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Tra le tante piattaforme che usano l’intelligenza artificiale per rendere più facili e veloci progettazione, scrittura o creazione di immagini Whimsical.com spicca per la scelta del nome: whimsical vuol dire stravagante, capriccioso, eccentrico. È un brand name molto meno fuori luogo di quanto possa sembrare a prima vista perché, soprattutto nel mondo del marketing, le intelligenze artificiali generative hanno portato una ventata di sperimentazione ludica che ha definito un nuovo, particolare trend: il surrealismo nella comunicazione.
L’emergere del nuovo trend
Ne parla, tra gli altri, Limely: Il surrealismo è un movimento artistico dei primi anni del ventesimo secolo che esplora il regno dell'inconscio, dei sogni e degli aspetti irrazionali dell'esperienza umana. Gli artisti surrealisti vogliono liberarsi dalle convenzioni artistiche tradizionali e sfidare la logica e la ragione creando opere d'arte che utilizzano giustapposizioni irrazionali di immagini per creare una narrazione surreale. Il surrealismo mira a liberare la potenza creativa della mente inconscia e a sfidare il pensiero convenzionale. Nell'attuale contesto, molti di noi cercano un'evasione e cercano lo straordinario nell'ordinario. Il marketing surreale gioca proprio su questo, colpendo e deliziando contemporaneamente le persone coinvolte.
L’influenza dell’arte sul marketing ha una storia lunghissima, anche perché spesso artisti come Fortunato Depero o Salvador Dalì hanno lavorato per aziende e agenzie mettendo la loro intelligenza al servizio di brand come Campari o Chupa Chups.
L’arte moderna e contemporanea ha anche messo al centro della scena oggetti e prodotti di consumo. Restando nel surrealismo proviamo a pensare a un’opera come Effetti Personali di Magritte, dove il pettine è molto più grande del letto e il bicchiere è alto quasi quanto un armadio.
Oggi che, con le intelligenze artificiali generative e la CGI (immagini generate al computer), possiamo creare situazioni simili anche in tre dimensioni, il surrealismo dà a noi creativi la possibilità di andare oltre i limiti del reale immaginato e concretizzato. Lo ha fatto Yayoi Kusama per Louis Vuitton, popolando piazza San Babila a Milano con delle coloratissime zucche, Jacquemus che ha fatto sfrecciare delle borse-tram per le vie di Parigi o Prada con i pop-up Tropico: in tutti questi casi l’esperienza del brand trascende i sensi e la realtà per coinvolgere passanti e clienti in un’esperienza quasi psichedelica.
I generatori di immagini che usano l’intelligenza artificiale per creare visual iper realistici o immaginari, come DALL-E, Midjourney o Stablediffusion, hanno contribuito molto ad alimentare la diffusione di questo trend, che riguarda non solo la pubblicità e il retail ma anche l’architettura, le esposizioni e l’arte.
È come se non aspettassimo altro che di poter giocare con la realtà, una reazione intelligente alla paura dei deep fake e del rischio di non distinguere più tra immagini vere e create al computer: con il surrealismo è impossibile avere dubbi, anche se le reazioni di sorpresa, divertimento e immersione sono estremamente reali.
Con un mood che sembra riprendere anche alcune sequenze del film Premio Oscar Everything Everywhere All at Once KitchenAid, per lanciare Hibiscus, colore dell’anno nel 2023, ha dato vita a una sfilata newyorkese che ha colorato il cyberpunk, con i modelli vestiti di come cartoni animati e accessori presi dai robot da cucina.
“Il surreale è anche una risposta alla domanda di bellezza", come dice la giornalista inglese Jess Cartner-Morley è “una riflessione estetica sulla follia della nostra realtà”.
Come rivela il report di Wunderman Thompson The Age of Re-enchantment “due terzi dei millennials e della generazione Z esprimono un'apprezzamento per tutto ciò che si collega al surrealismo o a concetti onirici, usati da marchi e rivenditori mainstream per reincantare i consumatori."
Il ritorno ai negozi
L’immersione in realtà create al computer può riportare le persone nei negozi? È esattamente quello che sta succedendo, soprattutto con i popup store che permettano di creare ambienti surreali, quasi un luna park del brand. Che sia la pelliccia rosa di Balenciaga, il bagno piscina di Jacquemus o il labirinto verde prato di Bottega Veneta l’interazione tra intelligenza artificiale e creatività umana ha riportato i clienti nei negozi e i negozi sui social media: impossibile non fotografare e condividere negozi così letteralmente incredibili.
Sempre il report di Wunderman Thompson ricorda un progetto dello studio di design globale con sede a Londra, Sybarite, che ha creato "il centro commerciale sotterraneo SKP Chengdu in Cina per immergere le persone in un mondo parallelo, con l'obiettivo di attirare il 68% delle persone che preferiscono trascorrere il loro tempo in luoghi che stimolano la loro immaginazione, senza dimenticare il 52% di coloro che sono disposti a pagare di più per esperienze di shopping più interessanti".
Anche noi ci siamo divertiti tantissimo nel realizzare una ruota interamente personalizzata e progettata con l’AI per Dodo, nel fashion outlet Scalo Milano. La Ruota della Fortuna non era solo un gioco ma un potente drive to store e un invito a connettersi con il brand. Chi faceva girare la ruota veniva poi guidato all'interno della boutique, non solo per registrarsi e ritirare il premio, ma anche per conoscere la collezione e immergersi nel mondo DoDo.
La nostra visione? Trasformare ogni punto di contatto in un’esperienza, generando non solo engagement ma anche conversioni tangibili, che nel caso di Dodo hanno superato ogni aspettativa. Quando marchi e persone si incontrano in modi autentici e innovativi, la magia accade. Anche grazie all’intelligenza artificiale, che rende più scintillante e potente la nostra.
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